“Sotto c’è sicuramente una fregatura”.
Il Paranoide!
Il disturbo paranoide di personalità rientra nel disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza, persistente ed ingiustificata, a percepire e interpretare le intenzioni, le parole e le azioni degli altri come minacciose. L’ambiente circostante è vissuto come ostile e per tale motivo guardato sempre con diffidenza e sospettosità, a tal punto da diventare ipervigili nei confronti dell’altro. I soggetti che soffrono di tale disturbo sono particolarmente permalosi, polemici, ostinati, rigidi e reagiscono con forte ostilità, se si sentono criticati o maltrattati. Presumono che gli altri li sfruttino, li danneggino o li ingannino. I loro sospetti si basano su prove insignificanti o addirittura inesistenti e sono pronti ad attaccare gli altri improvvisamente, in ogni momento e senza alcuna ragione. Dubitano, senza una giustificazione reale, della lealtà e dell’affidabilità di amici, colleghi, conoscenti, le cui azioni sono esaminate minuziosamente per evidenziare le intenzioni ostili.
La sfiducia e la sospettosità negli altri amplifica quel timore ingiustificato di un complotto nei loro confronti. Tali soggetti possono agire in modo cauto e guardingo ed apparire “freddi” e privi di ogni sentimento. Hanno una modalità di interazione spesso controllante e aggressiva. I sentimenti prevalenti sono risentimento, rabbia, irritazione e non sentendosi sicuri con gli altri, cercano di essere quanto più possibili autosufficienti. In una coppia, tale paranoia si traduce spesso in una gelosia patologica. Ne conseguono uno stato di allerta e di tensione fisica insopportabili: la minaccia e il pericolo per loro sono sempre in agguato. Presentano conseguentemente un’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro, di distinguere il proprio punto di vista da quello altrui e ad un tempo la difficoltà a distinguere tra mondo esterno (realtà obiettiva) e mondo interiore (proprie sensazioni e idee).
La loro natura aggressiva e sospettosa può suscitare negli altri una risposta ostile, che serve a confermare le loro aspettative, e il pensiero malevole è confermato e validato: la nota profezia che si auto-avvera.
Tale vissuto porterà con il tempo a limitare i contatti con gli altri, fino a condurre, anche se con sofferenza, uno stile di vita solitario; alternando così periodi di ansia e tensione con periodi di rabbia e rancore, ma anche di depressione per non riuscire a vivere bene nel mondo o “con il mondo”.
Le “cause di tale personalità” non sono certe, ma probabilmente sono coinvolti fattori temperamentali, caratteristiche familiari e, spesso, trasferimenti di città o di nazione, con un esordio prevalente in adolescenza o prima età adulta.
In genere le persone che soffrono di questo disturbo non cercano spontaneamente aiuto, ma sono spesso i parenti ad insistere, soprattutto nelle fasi depressive acute o quando l’isolamento è ormai evidente. La psicoterapia è sicuramente il trattamento di scelta, anche se difficile da impostare perché la sfiducia e la sospettosità dei soggetti con disturbo paranoide si estendono a coinvolgere anche lo stesso terapeuta. Infatti, i paranoici sono riluttanti a confidarsi o a entrare in intimità con gli altri, anche perché temono che le informazioni possano essere usate contro di loro.
L’obiettivo della terapia è quello di migliorare la qualità di vita della persona, rispettando le sue esigenze e le sue priorità. Per raggiungere tale obiettivo è indispensabile creare, fin dalle prime sedute, quelle condizioni che stabiliscano un buon rapporto terapeutico.
Il trattamento terapeutico cerca di portare il paziente a riconoscere le proprie emozioni, aiutandolo ad individuare lo stato di minaccia, di pericolo o di derisione, a cui seguono emozioni quali ansia e rabbia, oppure lo stato in cui sente di essere stato escluso dagli altri, a cui, invece, seguono tristezza ed isolamento. In un secondo momento sarà possibile lavorare per migliorare l’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro e la difficoltà di distinguere tra mondo esterno e mondo interno.
La terapia farmacologica potrà essere eventualmente introdotta, come supporto alla psicoterapia, qualora il paziente presenti sintomi che interferiscano con il normale funzionamento quotidiano e/o sociale.
Il Caso Schreber
Profilo psicoanalitico di una personalità paranoide
*affiliazione
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