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Pagine di Psicologia e Psicoterapia

Blog - SCHIZOIDE e SCHIZOTIPICO

Aggiornamento: 26 feb 2022

La personalità schizoide è una condizione che si caratterizza per distacco sociale, mancanza o indifferenza alle relazioni interpersonali a cui si associa una ridotta capacità di espressione delle emozioni. Il distacco dal contesto sociale è molto pervasiva tanto da arrivare all’isolamento sociale.

Appaiono lenti e letargici, con la presenza di un eloquio lento e monotono. Raramente mostrano cambiamenti nell’umore, a dispetto degli eventi esterni. Il loro stato d’animo è tendenzialmente negativo, senza picchi e sacrificano la propria intimità per preservare la loro autonomia e il loro isolamento, e stanno ai margini della società, con i loro pensieri e sentimenti che assorbono il loro tempo.


La persona con Disturbo Schizoide di Personalità dunque mostra una intrinseca difficoltà nello stabilire relazioni sociali e, ancora più importante, manca del desiderio di averne, senza peraltro soffrirne, come accade a chi soffre di un disturbo evitante di personalità, il quale prova disagio a vivere “isolatamente”. L’altro viene visto come intrusivo o invadente, non in grado di creare soddisfazione. Pertanto ogni relazione viene vissuta come instabile e indesiderata. La loro vita è organizzata in modo tale da limitare quanto più possibile le relazioni. Anche al livello lavorativo preferiscono quei lavori che portano ad avere un contatto minimo con l’altro, L’aspetto sessuale/affettivo sembra essere appiattito e sono pochi gli amici stretti e intimi con cui si relazionano. La loro apparente indifferenza li fa apparire/essere poco interessati sia alle critiche che alle approvazioni.

Possono inoltre avere una particolare difficoltà nell’esprimere rabbia, anche in risposta ad una provocazione diretta, e ciò contribuisce a dare l’impressione che manchino di emozioni. Spesso reagiscono in modo passivo alle circostanze avverse e hanno difficoltà a rispondere appropriatamente ad eventi importanti della vita.


Questi stessi motivi, spiegano perché è difficile intraprendere un percorso terapeutico con chi soffre di questo disturbo: la stessa persona non ne riconosce la necessità ed è raro che possa chiedere un aiuto in tal senso.


Anche il disturbo schizotipico di personalità è caratterizzato da un quadro clinico pervasivo con una ridotta capacità di instaurare relazione strette, a cui si aggiungono alterazioni del pensiero e delle percezioni e sono generalmente persone eccentriche.

Sono individui sospettosi e con ideazione paranoide; hanno credenze bizzarre e pensiero magico; esperienze percettive insolite. Tendono a relazionarsi agli altri in modo inappropriato, rigido o limitato. Possono vestire in modo trasandato e mostrano una disattenzione per le convenzioni sociali. E’ proprio tale comportamento, socialmente inadeguato, a contribuire all’isolamento sociale e vivono come problematico l’avere a che fare con gli altri. Tali persone hanno la forte percezione di essere diverse, questo li spinge a stare con gli altri solo quando è necessario e preferiscono invece isolarsi come per la persona con disturbo schizoide: con la differenza che in questo caso l’isolamento è maggiormente dettato da un’ansia sociale e da sospettosità sulle intenzioni degli altri.


Le personalità schizotipiche sono simili comunque alle personalità schizoidi e costituiscono un continuum. Entrambi infatti comportano segni di distacco sociale e inibizione affettiva e spesso vivono ai margini della società. Queste personalità nutrono sentimenti e passioni verso gli altri, ma sono congelati sul piano evolutivo a un precoce stadio di relazione.


Fairbairn considera il ritiro come una difesa contro un conflitto tra il desiderio di entrare in relazione con gli altri e la paura che il proprio bisogno di loro possa danneggiarli. Le relazioni sono vissute come pericolose e in quanto tale sono da evitare.


Le personalità schizoidi e schizotipiche possono trarre beneficio da un percorso psicoterapeutico individuale durante il quale potranno interiorizzare una relazione differente e il terapeuta potrà sciogliere le relazioni interne congelate e fornire una nuova esperienza di relazione (Gabbard 2002).


Il terapeuta si dovrà necessariamente scontrare con distanza emozionale e silenzio verso il quale è opportuno adottare un atteggiamento accettante; il silenzio non deve essere interpretato solo come una resistenza ma anche come una specifica forma di comunicazione non verbale.

Il terapeuta dovrà perciò rispettare il bisogno di solitudine del paziente.

Un’accoglienza non giudicante in tal senso, può portare queste personalità ad aprirsi e a far emergere gli aspetti più segreti del sé integrandoli gradualmente in un senso di sé più coeso.


La terapia per queste personalità può avvalersi, in taluni casi di maggiore compromissione della realtà, dell’uso di farmaci.



Introduzione alla Psicoterapia Psicodinamica



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