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Pagine di Psicologia e Psicoterapia

Blog - Non sono Presuntuoso!

Aggiornamento: 26 feb 2022

La presunzione è la fiducia sproporzionata nelle proprie capacità. Rappresenta ovvero un sentimento che consiste nella sopravvalutazione delle proprie capacità e delle proprie qualità.


E’ un aspetto del carattere che connota quell’eccessiva sicurezza delle proprie convinzioni senza però verificarne la veridicità. L’individuo presuntuoso ha un’opinione altissima di sé e del proprio valore. Non sempre però, come vedremo, la presunzione è negativa.


Sui dizionari etimologici della lingua italiana, questo termine deriva dal latino "presumptus", che significa, giudizio fondato su indizi o principi di prova: che si suppone vero fino a prova contraria.


I fattori che portano una persona ad essere presuntuosa sono gli apprendimenti scorretti. Il presuntuoso manca, infatti, di buoni parametri di riferimento.


Nel caso in cui, però, un essere umano si sente preparato in un settore e lo dimostra con i fatti, anche se viene criticato dagli altri, la presunzione può considerarsi positiva perché si basa su molti dati e ha avuto una verifica di logica.


Spesso però ciò non accade. Molti si porgono al mondo esterno con un comportamento arrogante, presuntuoso, sono convinti di sapere tutto e cercano di porsi sempre al centro dell’attenzione senza alcun dato o pochi dati.


Alla base della presunzione, molto probabilmente, si possono riscontrare:


  • Insicurezza

  • Narcisismo

  • Aggressività negativa

  • Convinzioni personali

  • Rigidità

  • Chiusura senza possibilità di confronto

  • Un esame di realtà senza possibilità di confronto

  • Una mancanza di empatia- onnipotenza

  • Convinzione di avere ragione, di possedere delle verità


In ogni caso, è condivisibile che, quando c’è presunzione, spesso l’uomo ha alla base una buona fonte di insicurezza, ha paura di affrontare la realtà, di mettersi in discussione e ascoltare gli altri. Eccetto nei casi in cui si presuma qualcosa e poi si dimostra con dati reali di aver ragione (presunzione positiva).


Anche il presuntuoso positivo, comunque, è un individuo che fa pesare le proprie opinioni, ma la differenza significativa è che le sue opinioni poggiano su verità verificate.


E’ opportuno fare una differenza tra presunzione e sicurezza di sé. Per quanto concerne la presunzione positiva, nell’identità possono anche collimare, come principio; nella comunicazione con gli altri, mentre la sicurezza è un dato di fatto che la persona avverte, che può portare ad essere flessibili e concilianti perché non si teme di dover mettere in discussione quello che si è pensato, né si ha paura del parere altrui, la presunzione, invece, manifesta rigidità ed ostentazione delle proprie convinzioni. Una persona sicura e matura non è interessata ad imporre quello che pensa, una persona sicura di sé, ma non matura, cerca di far valere la propria opinione proprio perché è convita che sia la migliore e, quindi, agisce in maniera presuntuosa.

La persona presuntuosa fornisce delle sentenze in termini dichiarativi e non si cura di spiegarti le motivazioni. Fornire delle spiegazioni, significa dimostrare la validità di quello che si è ipotizzato e, al tempo stesso, evidenziare la disponibilità anche di fronte ad un contraddittorio. Il presuntuoso non è affatto disposto a discutere.

La presunzione si estrinseca pertanto attraverso una prevalenza di aggressività, anche quando è positiva.


Rapporto tra presunzione e autostima.

I due concetti sono collegati. Infatti, una persona che sa di valere, sa anche di aver ragione. L’autostima porta alla sicurezza di sé, perché riguarda esclusivamente il rapporto con se stessi; la presunzione la si manifesta con gli altri.

La presunzione (senza verifica di logica) può portare anche alla mania di persecuzione.

Se la presunzione negativa permane nell’adulto, indica che sta alla base di un disturbo.

Infatti, la presunzione può portare al Disturbo Paranoide di Personalità (anche schizoide e schizotipico). Infatti, analizzando i vari criteri del Disturbo Paranoide si può riscontrare che alla base dei dubbi e dei sospetti della persona paranoidea, c’è la #presunzione. Il paranoico pensa di avere ragione e che tutto e tutti possano essere contro di lui senza che abbia dati che supportano le sue false credenze e idee persecutorie.


I pazienti paranoici sono spesso costretti alla terapia da familiari o colleghi di lavoro che sono stanchi di avere a che fare con le loro continue accuse e dimostranze. Anche quando individui paranoici iniziano la terapia non ammettono di avere problemi. Sono convinti che sono gli altri a stare male, presumono e sono presuntuosi nell’affermare una verità senza verifica di logica.

Devono necessariamente controllare tutto. Tale bisogno di controllare gli altri, nucleo basilare della paranoia, è espressione di una stima di sé terribilmente deficitaria (Meissner, 1986);


Il pensiero paranoideo è anche caratterizzato da una mancanza di flessibilità. Gli argomenti più convincenti generalmente non hanno alcun impatto sulle convinzioni rigide e salde dell’individuo paranoide.

Il paranoico è difficile perciò da trattare anche in terapia, in quanto anche l’analista è facilmente preda dei suoi sospetti. Qualsiasi dubbio sull’alleanza con il terapeuta può far cadere anche un lavoro terapeutico molto ben costruito. Profondamente, il paziente paranoide si sente inferiore debole e incapace. La grandiosità o il senso di particolarità spesso presenti in questi pazienti sono il riflesso di un profondo senso di inadeguatezza. Coloro i quali possono cercare aiuto, provano generalmente sensazioni di depressione o ansia che derivano dal fallimento delle difese paranoidi e grandiose e da un improvviso affiorare di questo sottostante senso di inadeguatezza (Meissner, 1995).


Akhtar (1990) sostiene che esternamente gli individui paranoidi appaiono esigenti, arroganti, diffidenti, irruenti, non romantici, moralisti e particolarmente attenti all’ambiente esterno.

Internamente invece sono fortemente spaventati e timidi, pieni di paure e con un pensiero rigido: vedono o nero o bianco.


Concludiamo dicendo che la presunzione appare il risultato di due fattori essenziali che si sommano: i limiti dell’essere umano con la certezza individuale di aver visto tutto.






Il confine tra normalità e patologia non è così netto come si pensa.

Da Vicino Nessuno è #Normale


Il Giardino dei Libri.


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